Inchieste RSI: non è successo nulla?
39 segnalazioni, 18 inchieste, 5 violazioni confermate. Questi sono i numeri delle inchieste interne, lanciate un anno fa dalla RSI su sollecitazione del sindacato SSM. Apparentemente, si tratta di numeri esigui. In effetti così non è: dietro le inchieste sono emerse palesi situazioni di disagio e di sofferenza che non possono essere banalizzate. Oltretutto, non sempre le collaboratrici e i collaboratori in sofferenza, se la sono sentita di esporsi e di andare fino in fondo con l’inchiesta. Ora, bisogna impedire che in futuro queste situazioni si ripetano. La Direzione RSI garantisce di intervenire tempestivamente con trasparenza, assunzione di responsabilità e soprattutto tolleranza zero. Il sindacato SSM auspica di avere un ruolo attivo nell’implementazione della nuova cultura aziendale
Dopo un anno di lavoro, 129 persone ascoltate, 602 pagine di rapporto, l’inchiesta sulle molestie, il mobbing e il bossing alla RSI, è finalmente giunta alla sua conclusione. Giovedì 9.12.2021 a Comano, la Direzione della RSI, congiuntamente al sindacato SSM (i due mandanti dell’inchiesta) ha presentato il corposo rapporto realizzato da un pool esterno di avvocati: Nora Jardini Croci Torti, che ha avuto il compito di raccogliere le testimonianze (Fase A) e un gruppo di giuristi guidati da Raffaella Martinelli Peter, che sono stati incaricati di eseguire le inchieste vere e proprie (Fase B).
Quanto è emerso, a prima vista, sembrerebbe essere di poco conto: 5 violazioni della personalità riconosciute di gravità da lieve, lieve/media a media. Ma i numeri da considerare sono anche altri. Le segnalazioni approdate tramite il link messo a disposizione dal sindacato SSM sono state 39, senza contare il fatto che molte e molti dipendenti, probabilmente, non si sono fatti avanti perché volevano evitare di ripercorrere esperienze troppo dolorose oppure perché temevano ritorsioni sul posto di lavoro. Ad esempio, dal rapporto della fase A, sono emerse anche segnalazioni per molestie sessuali che per volere delle vittime stesse, non sono sfociate in un’inchiesta.
Alla fine, sono state 18 le segnalazioni approdate all’inchiesta (Fase B). Si tratta di un numero apparentemente esiguo che in effetti nasconde un disagio e una sofferenza innegabili. E ciò risulta evidente dal rapporto presentato giovedì scorso.
Non per nulla, in un determinato settore della RSI, malgrado non siano state ravvisate violazioni della personalità, l’inchiesta ha rilevato un clima di lavoro non buono e situazioni di conflittualità cronica.
Infatti, ciò ha portato alla stesura di un rapporto specifico e separato per questo settore sul quale la Direzione si dovrà chinare con molta urgenza e attenzione.
Tutto ciò per dire che non è vero che alla RSI va tutto bene. Lo stesso Pool di avvocati ha presentato una serie di raccomandazioni, perché si correggano diverse lacune a livello organizzativo, comunicativo, formativo, rivolte soprattutto ai quadri, affinché acquisiscano gli strumenti necessari per una corretta e rispettosa gestione dei sottoposti.
Raccomandazioni che la direzione RSI ha fatto sue, garantendo che da oggi in avanti i pilastri fondamentali che dovranno favorire un profondo cambiamento nella cultura aziendale sono trasparenza, assunzione delle responsabilità e tolleranza zero. Il SSM, da parte sua, rivendica un ruolo attivo nell’implementazione delle nuove strategie aziendali.