RTS – Le rapide (auto)assoluzioni non sono la ricetta giusta

Usare i primi risultati delle inchieste in corso per minimizzare il problema delle molestie peggiora la situazione

Sì, d’accordo, qualcosa c’è stato ma nulla di rilevanza penale, e qualcuno ha gentilmente tolto il disturbo. Prenderemo misure. Cosa volete di più?

Non sono necessarie troppe forzature per riassumere così la posizione della SSR dopo i primi tre rapporti (uno solo dei quali -anonimizzato- di pubblico dominio) relativi alle inchieste esterne per far luce sulle accuse di molestie alla RTS. È un’autoassoluzione frettolosa, che non fa ben sperare per quel “cambiamento della cultura aziendale” di cui oggi tutti, ai piani alti di Berna e Ginevra, si dichiarano ferventi paladini.

I casi analizzati finora sono stati soltanto tre, quelli di cui ha parlato la stampa, però sul tavolo di chi sta indagando ci sono circa 200 ulteriori segnalazioni. Fra di esse potrebbero anche non essercene “di rilevanza penale”, ma ciò non ridurrebbe certo eventuali casi di comprovato sessismo o mobbing a semplici quisquilie. Altri rapporti arriveranno, dunque, e il quadro potrebbe cambiare.

Uno dei gruppi di lavoro ha rilevato che “gli strumenti di protezione del personale attualmente disponibili in azienda (…) hanno mostrato alcune lacune. Questi strumenti devono essere corretti, ma anche integrati da misure supplementari e meccanismi di controllo“. Il Consiglio d’amministrazione ha stabilito alcune misure, fra le quali una proclamata “tolleranza zero” nei confronti di ogni forma di molestia o violazione dell’integrità e della dignità di collaboratrici e collaboratori. Tuttavia il sindacato SSM, che  rappresenta il personale, non si dichiara convinto. “Le decisioni adottate –sostiene– non sono sufficienti per ristabilire la fiducia dei dipendenti nella direzione della SSR”. 

Dopo che la dirigenza SSR per troppi anni ha negato il dialogo fra partner sociali i nodi vengono al pettine, e la volontà di affrontare a fondo e correttamente il problema sarà tutta da dimostrare, soprattutto in un ambito delicato come quello dei rapporti personali tra dirigenti e dipendenti, in cui può essere fin troppo facile far apparire colpevole la vittima, dove potrebbero essere i responsabili ad indagare su sé stessi, e dove salvaguardare i diritti delle vittime è estremamente difficile.

Per questo il sindacato chiede misure strutturali, e non solo di facciata. “In futuro, il personale dovrebbe ad esempio avere voce in capitolo nella nomina dei manager e allo stesso modo, i dipendenti dovrebbero essere coinvolti nei processi decisionali in una fase iniziale. Una vera codecisione avrebbe il grande vantaggio di aumentare la legittimità di queste decisioni migliorandone i risultati. Dopo tutto i processi opachi e le decisioni verticistiche non hanno favorito la fiducia“.


Articolo da Naufraghi.ch