541 firme alla Carta dei media contro il sessismo. La Direzione cosa vuole fare?
Il gruppo donne RSI SSM #indietrononsitorna ha chiesto riscontro alla direzione RSI in merito alla carta per dei media contro il sessismo consegnata la mattina del 14 giugno scorso. Qui di seguito la lettera inviata.
Egregio Direttore Canetta,
a Comano il 14 giugno scorso, nella mattina dello sciopero nazionale svizzero delle donne, che ha avuto grande successo raccogliendo adesioni in RSI, in Ticino e in tutto il territorio nazionale (più di 500’000 donne e uomini hanno manifestato in tutta la Svizzera), guadagnando il titolo della più ampia manifestazione svizzera di tutti i tempi, è stata consegnata alla direzione RSI – nelle mani della vicedirettrice Milena Folletti – la Carta per dei media contro il sessismo. Si tratta di un documento per noi importante, che vuole dare un chiaro segnale all’azienda e al nostro pubblico. Ogni firmatario, lavoratrice e lavoratore della RSI, si impegna in prima persona ad agire nel suo lavoro per combattere il sessismo e la disparità di genere. Pur ravvisando positivi segnali che la questione viene finalmente fatta oggetto di tematizzazione, crediamo che, in quanto servizio pubblico, la Radio Televisione della Svizzera Italiana sia tenuta, nel mondo dei media, a dare il buon esempio e promuovere con azioni reali tali intenti. La carta in soli 10 giorni ha raccolto l’adesione di 541 colleghe e colleghi che si sono impegnati firmandola ad agire nel rispetto e nella considerazione che la lotta alla discriminazione di genere va attuata, partendo da ciascuno di noi, risvegliando le nostre coscienze, ma non senza una concreta e fattiva consonanza di volontà e intenti con i vertici aziendali. Dal 14 giugno ad oggi non abbiamo avuto feedback sui contenuti della carta, porgiamo dunque formale richiesta alla Direzione RSI di prendere posizione rispetto ai punti della Carta che richiedono un impegno reale dei vertici aziendali.
Chiediamo che il nostro media, la RSI, dimostri di voler:
- Condurre una politica d’assunzione che non sia basata sul genere.
- Vigilare sull’evoluzione professionale e salariale di ognuna e ognuno, secondo criteri di competenza e responsabilità e non secondo criteri di genere.
- Favorire la parità uomo-donna nei posti di quadro.
- Incoraggiare il job-sharing a tutti i livelli della gerarchia.
- Valorizzare la progressione professionale delle donne dopo la loro maternità e migliori condizioni per i congedi maternità.
- Incoraggiare il tempo parziale dei padri e promuovere un congedo paternità.
- Lottare contro le molestie sessuali in azienda, istituendo una procedura di denuncia che protegga le vittime e che sensibilizzi il personale in maniera capillare.
- Condurre delle inchieste regolari, con la collaborazione e verifica del Sindacato, presso il personale sulla questione dell’ineguaglianza uomo-donna pubblicandone i risultati.
- Istituire un osservatorio del comportamento sessista accompagnato da una formazione specifica.
- Introdurre il bilancio di genere (gender mainstreaming), per una lotta reale alle discriminazioni di genere.
- Verificare e sanzionare ogni atto di sessismo e discriminazione di genere al suo interno.
- Istituire l’obiezione di coscienza per il personale, sia esso uomo o donna, a cui sia chiesto di prestare la propria opera in occasione di programmi che violano palesemente i più basilari diritti umani di rispetto della differenza di genere.
Come detto al momento della consegna della Carta il 14 giugno, ribadiamo la nostra completa disponibilità ad incontrarci per parlarne, oggi coscienti che non siamo le sole preoccupate di affrontare con urgenza e serietà la questione (vedi Rapporto del Consiglio del pubblico della Corsi, consegnato alla direzione a metà luglio scorso).
Gruppo donne RSI SSM #indietrononsitorna