Salvaguardia dei posti di lavoro alla RSI: i rappresentanti del personale chiedono la mediazione del Cantone
La Direzione RSI rimane sorda alle proposte di risparmio del personale. Il rifiuto da parte dei piani alti, di mettere a disposizione tutti i dati utili per permettere alla delegazione di consultazione di potere identificare strategie di contenimento delle spese, ha sancito la fine del dialogo. I rappresentanti del personale chiedono ora la mediazione del cantone. In gioco ci sono molti posti di lavoro.
Il personale RSI e il sindacato SSM sono dell’avviso che esistano i margini finanziari per operare consistenti risparmi, utilizzare meglio le risorse e evitare spese eccessive in modo da salvare tutti i posti di lavoro (oggi minacciati dal piano di risparmio previsto dall’azienda). Le poche cifre ricevute dalla delegazione di consultazione, nominata dal personale, confermano che, se fosse possibile accedere a tutte le voci di spesa, esisterebbe la possibilità di ottimizzare le risorse senza colpire il personale e proporre un piano di risparmio indolore.
Il Piano R di ristrutturazione messo in atto dalla RSI prevede la riduzione dell’organico di 43.2 posti di lavoro sottoposti al Contratto collettivo di lavoro e ulteriori riduzioni di personale ad ingaggio con contratto RSI.
Tale scelta non è condivisa dal personale RSI e dal sindacato SSM che ritengono vi siano spazi sufficienti per il contenimento delle spese senza che si debba incidere sul personale. A tale proposito la delegazione di consultazione, eletta dall’assemblea nell’ambito di un processo di coinvolgimento democratico del personale voluto dalla SSR, ha chiesto alla direzione RSI le cifre di dettaglio su voci di spesa quali: affitti, costi manutenzione e di funzionamento per le varie sedi, costi noleggio materiale, costi per seminari e consulenze (formazioni professionali / seminari quadri), costi assessment, mandati a terzi (esternalizzazioni a ditte esterne) allo scopo di poter valutare altre soluzioni alternative ai tagli di personale.
Cifre che la direzione RSI non ha voluto fornire per “scelta strategica aziendale” o in ragione della “protezione dei dati” e questo malgrado la rappresentanza del personale abbia sottoscritto un accordo di confidenzialità e dimostrato, con le misure alternative proposte, che la salvaguardia di tutti i posti di lavoro è possibile.
A fronte di questa riottosità a trovare vere soluzioni alternative alla riduzione di posti di lavoro, l’assemblea del personale ha deciso di dare mandato al sindacato SSM di inoltrare un’istanza presso l’Ufficio cantonale di conciliazione, affinché si possa ristabilire il dialogo tra le parti e si possa giungere ad una soluzione concordata.
L’istanza solleva in particolare le seguenti tematiche:
- È importante conservare i posti di lavoro altamente qualificati alla RSI (personale in CCL, collaboratori ad ingaggio o a prestito), data la centralità dell’azienda nel Cantone e nella Svizzera di lingua italiana. Una riduzione così importante di capacità lavorative avrebbe un impatto economico sul territorio che non può essere giustificato solo con ragioni di ordine
- La trasparenza delle cifre e delle spese sostenute dalla RSI, in ragione del mandato pubblico e del finanziamento da parte della Confederazione e dei contribuenti con il canone, deve costituire un elemento imprescindibile della gestione
- La qualità dei programmi e dell’offerta è strettamente correlata al numero di collaboratrici e collaboratori qualificati, e può essere garantita solo dal giusto rispetto dell’equilibrio tra la vita professionale e quella
Ora sarà compito dell’Ufficio di conciliazione e dell’autorità politica cantonale intervenire e fare in modo che le parti possano agire per salvaguardare tutti i posti di lavoro.