Lettera ai parlamentari

Mercoledì 16 dicembre è stato avviato, su iniziativa dell’UDC, un primo dibattito parlamentare sulla SSR e il servizio pubblico.

La mozione sottoposta al voto, incarica il Consiglio federale di tener conto, nel suo rapporto, di tre atti parlamentari che limitano drasticamente il perimetro e il budget della SSR.

Trovate qui di seguito la lettera firmata, su iniziativa dell’SSM, da associazioni e professionisti dei media elettronici e inviata a tutti i parlamentari.

Lettera all’attenzione dei parlamentari

Signora Consigliera nazionale, Signor Consigliere nazionale,
Signora Consigliera agli Stati, Signor Consigliere agli Stati,
Mercoledì al Consiglio Nazionale, rispettivamente giovedì al Consiglio degli Stati, su
iniziativa dell’UDC, darete avvio ad un primo dibattito parlamentare sulla SSR e il servizio
pubblico.
Fino ad oggi, la nostra voce è la sola che sull’argomento non si è ancora fatta sentire. Noi,
professioniste e professionisti della SSR, realizzatrici e realizzatori, giornalisti e giornaliste,
documentariste e documentraristi, produttori e produttrici, animatori e animatrici, assistenti,
tecniche e tecnici di radio e di televisione; noi, gli artigiani dei programmi della SSR, non
possiamo più restare in silenzio di fronte ai tentativi di smantellamento della radiotelevisione
di servizio pubblico, depositaria della storia culturale, sociale e politica della Svizzera,
passata e presente, da oltre 90 anni.
Noi constatiamo che la mozione sottoposta al voto, che incarica il Consiglio federale di tener
conto nel suo rapporto di tre atti parlamentari che limitano drasticamente il perimetro e il
budget della SSR, ha per scopo di orientare l’importante dibattito di fondo su una via
strettamente economica.
Il servizio pubblico non può essere ridotto a quattro varianti di budget, cucite su misura, non
tenendo conto di nessuna realtà.
In queste ultime settimane, la nostra azienda si è impegnata in una ristrutturazione che ha
comportato licenziamenti, soppressione di posti di lavoro e tagli di programmi. Noi vi
scorgiamo i primi effetti di un confronto ideologico che ha quale bersaglio la SSR, come pure
altre prestazioni di servizio pubblico.
La SSR non è un’impresa di mass media come le altre. È un patrimonio nazionale, allo
stesso tempo memoria della storia recente del popolo svizzero, testimone e attore del
presente.
La SSR è un’attrice essenziale della coesione nazionale, alla quale contribuisce con una
ripartizione delle risorse favorevole alle regioni minoritarie. La Svizzera romanda e il Ticino
pagherebbero a caro prezzo una riduzione delle risorse che metterebbe in pericolo il
federalismo.
Noi ci appelliamo alla vostra responsabilità politica e civile affinché l’avvenire del servizio
pubblico non diventi l’oggetto di un gioco politico dalle conseguenze azzardate. Non vi
chiediamo di garantire un quadro sereno a questo dibattito cruciale da noi auspicato,
rigettando ogni tentativo d’imporre, nell’urgenza, delle forzature a una discussione che deve
rimanere aperta.
I nostri rappresentanti sono pronti a incontrare i parlamentari che lo vorranno.
Vogliate gradire, Signora Consigliera nazionale, Signor Consiglere nazionale, Signora
Consigliera agli Stati e Signor Consgliere agli stati, l’espressione della nostra massima stima.
Firmatari :
L’assemblea del personale RTS-radio del 15 dicembre 2015.
Communauté des journalistes, réalisateurs, assistants-réalisateurs, recherchistes et
webéditeurs (télévision).
Communauté des producteurs et productrices de l’Actualité et du Programme (télévision).
Communauté de l’info (radio)
Communauté des Artisans du Programma (radio)
Groupespace2
GIR, Gruppo giornalisti RSI
Sostenuto da : Sindacato Svizzero dei Mass Media (SSM)