La ferma protesta dell’SSM

L’SSM prende subito posizione contro la consultazione farsa della SSR e lo fa con una lettera incisiva indirizzata al Direttore Roger De Weck e al presidente del Consiglio di Amministrazione Viktor Baumler.

l’SSM prende atto del fatto che la procedura di consultazione non abbia portato ad alcuna riduzione significativa della soppressione di posti annunciata e esprime la sua incomprensione più totale a riguardo. Considerato che sono state fatte oltre 400 proposte da parte dei collaboratori, sembra quasi incredibile che non sia possibile apportare dei correttivi sostanziali alla pianificata soppressione di posti. L’SSM ha l’impressione che le decisioni fossero già state prese prima dell’inizio della procedura di consultazione e che quest’ultima sia stata condotta solamente perché dettata da un obbligo legale e che quindi si sia trattato semplicemente di un alibi. La riduzione degli effettivi nelle unità aziendali annunciate come ipotesi nel mese di settembre saranno realizzate tali e quali, e questo non fa che confermare la nostra impressione.

Come dimostrano le numerose reazioni che hanno seguito la comunicazione della SSR, il personale ha l’impressione di essere stato preso in giro. Come può la SSR evocare da una parte delle “proposte estremamente costruttive” e dall’altra annunciare allo stesso tempo la volontà di realizzare la soppressione dei posti esattamente come nei piani iniziali? Il personale e il sindacato non hanno fatto delle proposte di risparmio affinché la SSR le prenda sotto gamba. Al contrario, lo scopo era quello di contribuire a salvare dei posti di lavoro.

È evidente, e questo è davvero sconcertante, come la SSR agisca sul corto termine e si lasci guidare da una pusillanimità manifesta. Invece che difendersi politicamente e giuridicamente contro la perdita di entrate decisa e imposta da terzi, la direzione dell’azienda ha preferito scaricare sul personale le conseguenze della decisione legata all’IVA. Ci saremmo aspettati che la SSR rispondesse a questa problematica facendo capo ai suoi fondi propri o tramite un aumento del suo indebitamento, almeno finché non fosse stata fatta chiarezza sul suo finanziamento tramite il nuovo sistema di riscossione del canone. L’analisi finanziaria della SSR realizzata da Daniel Lampart, economista dell’USS, ha mostrato che la SSR appoggia su una base finanziaria solida e avrebbe quindi potuto mettere in atto questa proposta dell’SSM senza problemi. Non abbiamo invece ricevuto alcuna risposta alla nostra proposta. La SSR ha, al contrario, preferito mantenere degli indicatori finanziari stabili invece che proteggere il proprio personale.
Constatiamo inoltre con indignazione che la SSR non dice una parola sul contributo dei quadri alle misure di risparmio. Nell’ambito della procedura di consultazione avevamo per esempio suggerito che il datore di lavoro rinunciasse all’assicurazione di previdenza professionale speciale per i quadri. Una tale misura si impone dal momento che i quadri non sono più costretti ad andare in pensione a 62 anni al più tardi e quindi una simile assicurazione si rende superflua. Domandiamo quindi alla SSR di comunicare al suo personale se ha disdetto o meno questa assicurazione specifica per i quadri e qual è in generale il contributo finanziario dei quadri a queste misure di risparmio.

Attualmente i licenziamenti non sono ancora stati resi noti. Domandiamo quindi alla SSR di riconsiderare le sue decisioni e di analizzare nuovamente la situazione e di ridurre considerevolmente il numero previsto di posti di lavoro da sopprimere. In questo modo la SSR rispetterà non solo il principio sancito nel piano sociale in virtù del quale bisogna evitare il più possibile dei licenziamenti, ma manderà allo stesso tempo un messaggio importante ai suoi collaboratori in prospettiva del dibattito che si profila sul servizio pubblico radio-tv.

Nell’attesa della vostra presa di posizione vogliate gradire, Signori, i nostri più cordiali saluti.

Ruedi Bruderer, presidente centrale / Stephan Ruppen, segretario Centrale