Salari e pensioni più alti per compensare l’aumento del costo della vita

Erano oltre 20 mila le persone che sabato 16 settembre hanno partecipato alla manifestazione nazionale di Berna, indetta dai sindacati, per chiedere l’adeguamento di salari e pensioni al costo della vita. Il padronato ha subito replicato: capisce il disagio dei lavoratori ma anche gli imprenditori, dicono, devono fare fronte a spese sempre crescenti.

Tutto aumenta in Svizzera, salvo i salari. Il rincaro concesso lo scorso anno se lo è mangiato l’inflazione. Intanto, affitti, tassi ipotecari, casse malati, carburanti, continuano a crescere e i lavoratori, ceto medio compreso, cominciano a non più riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Le oltre 20 mila persone, che sabato scorso, 16 settembre, si sono date appuntamento a Berna, non lo hanno certo fatto per offrirsi una scampagnata fuori porta: la popolazione svizzera si sta impoverendo. Concretamente, le risorse finanziarie, come i risparmi, si stanno riducendo sempre più, tanto che un quarto delle famiglie svizzere non è più in grado di affrontare una spesa imprevista di 2’500 franchi.

Proprio per questo i manifestanti hanno chiesto che finalmente l’aumento dei salari e l’adeguamento delle pensioni vengano agganciati all’aumento dei costi della vita, smettendo con le manfrine che ogni anno obbligano i partner sociali a lunghe ed estenuanti trattative per ottenere, spesso, solo le briciole.

“Sveglia classe politica!” Hanno scandito i dimostranti. “Sveglia Consiglio federale!” La gente attende delle risposte che non possono più farsi aspettare. Il 2014 si avvicina e le prospettive, per i lavoratori, sono tutt’altro che rosee.

Gli imprenditori al contrattacco

Gli imprenditori, da parte loro, hanno subito ribadito la loro comprensione per il disagio espresso dai lavoratori ma quanto all’adeguamento salariale, in occasione delle prossime trattative autunnali, non si potrà andare oltre al 1-1.5% e sicuramente non al 5% come ha chiesto l’Unione sindacale Svizzera. Roland Müller, direttore dell’Unione svizzera degli imprenditori (intervistato da SRF) ha voluto chiarire che le imprese sono confrontate con costi costantemente in crescita.

Il dato di fatto, come ribadisce UNIA, è che gli imprenditori trovano sempre mille scuse per non adeguare i salari. Eppure, la situazione economica è in buona salute e la produttività cresce. Non per nulla, i top manager e i grandi azionisti continuano ad arricchirsi in modo spudorato. Nel contempo, la forbice di redditi si allarga sempre più.

Autunno caldo?

Difficile capire se la manifestazione di Berna è stata solo il preambolo di una stagione incandescente. Comunque, i sindacati non intendono mollare. Per il prossimo ottobre hanno già in programma un altro grande raduno a Zurigo. D’altra parte, la politica e l’imprenditoria non devono scordarsi che solo qualche mese fa la Confederazione ha messo sul tavolo oltre 100 miliardi di franchi per salvare dal fallimento il Credito svizzero, una banca portata nel baratro da dirigenti avidi e incoscienti svincolati da qualsiasi controllo. Per CS i “piani alti” non hanno esitato ad aprire i forzieri.