Il Rösti è servito!

L’UDC, dopo la scoppola di domenica scorsa alle cantonali zurighesi, non trova di meglio che attaccare la SSR e in particolare la SRF ritenendola responsabile dell’insuccesso elettorale. E per insegnare alla Radiotelevisione nazionale come si sta a tavola, minaccia di lanciare una nuova iniziativa per il dimezzamento del canone.

Certo che il signor Rösti, per gli amici Fredy (che non è un tipico piatto nazionale ma nientemeno che il presidente del partito di maggioranza relativa), ne sa una più del diavolo. Dopo che domenica scorsa non è riuscito a mobilizzare alle urne tutti i suoi commilitoni, invece di preoccuparsi dell’ indisciplina del partito, spara a zero contro la SSR. “Tutta colpa della TV nazionale” dice Rösti. “Nelle ultime settimane, la SRF ha abbondato con servizi e interviste schierate sull’emergenza ambientale. Una vera propaganda che ha penalizzato noi e tutti i partiti borghesi”.

Infatti, i veri vincitori del voto di domenica sono stati gli ambientalisti, aiutati, secondo Rösti, proprio dalla psicosi creata dalla TV pubblica.

Insomma, siamo alle solite. In caso di bisogno, la SSR diventa il capro espiatorio ideale, la causa di tutti i mali. A nulla sono servite le repliche del capo Info di SRF Tristan Brenn, che si è giustificato dicendo che l’ambiente è un tema di grande attualità. Il servizio pubblico ha informato in modo corretto, ma anche critico. Ciò fa parte del mandato di servizio pubblico. “Non si è voluto fare lo sgambetto a nessuno” ha detto Brenn.

Niente da fare, visto che la padella sfrigola e comimcia a fumare, Rösti, per gli amici Fredy, rincara la dose: “sembrerebbe giunta l’ora -dice al Blick- di lanciare una nuova iniziativa per dimezzare il canone così da rimettere la SSR al proprio posto”. Un attacco in piena regola, insomma o per meglio dire : state attenti a ciò che fate!

Non è chiaro se l’UDC sia veramente intenzionata a dare seguito alle proprie minacce. Rösti si è comunque detto pronto a sostenere un’iniziativa simile.

E’ chiaro, a questo punto, che la destra continuerà a cercare sempre nuovi pretesti per attaccare il servizio pubblico ricattandolo, brandendo, a ogni piè sospinto, la clava del taglio del canone. Ma non bisogna farsi intimorire, come fa giustamente il capo redattore Tristan Brenn. Bisogna difendersi con gli argomenti della professionalità, del rigore, della trasparenza. Solo in questo modo il popolo, che lo scorso anno ha bocciato pesantemente la No Billag, continuerà a sostenere il servizio pubblico radiotelevisivo.