Buon lavoro al neo costituito Gruppo Cultura RSI!
Così come avvenuto con il GIR (Gruppo Informazione RSI) nato nel 2007, lo scorso mese di aprile si è costituito in seno all’SSM il GCR (Gruppo Cultura RSI), formalmente riconosciuto dalla Direzione RSI. Scopo del gruppo: avviare un lavoro di riflessione e di confronto con la Direzione RSI e con la Capo Dipartimento, sui temi ritenuti attualmente prioritari: servizio pubblico, condizioni di lavoro e nuove tecnologie. Ulteriori informazioni in questa breve intervista alle colleghe e ai colleghi del GCR.
Capita raramente alla RSI che un gruppo di colleghe e colleghi senta il bisogno di organizzarsi per elaborare approfondimenti e posizioni comuni sui temi e i problemi che riguardano il proprio settore. Quando capita di solito è il segno di un profondo malessere. È così anche per il Settore Cultura?
Si, evidentemente, è il malessere che ha spinto molti colleghi a promuovere e ad aderire al Gruppo. In un certo senso i licenziamenti e i prepensionamenti di gennaio hanno catalizzato una serie di tensioni che investivano molte delle attività del dipartimento. Parliamo di una complessiva mancanza di progettualità, di proposte capaci di caratterizzare il nostro lavoro. Da molto tempo assistiamo ad un ripiegamento delle energie, con il risultato che si naviga a vista ormai da diversi anni. Poche idee e confuse, nessuna formazione da anni, smantellamento dei settori più innovativi, e un generale clima di arroganza che caratterizza il rapporto tra Direzione e collaboratori. Occorreva riprendere in mano l’iniziativa, a tutela della qualità del lavoro che vogliamo offrire, e dell’idea di servizio pubblico che coltiviamo.
La promozione e la diffusione della cultura è uno dei punti fondamentali del mandato della SSR, ed è parte integrante della sua funzione di servizio pubblico. La recente soppressione del programma Cult TV e le riduzioni di personale fanno però temere un disimpegno su questo fronte. Siete preoccupati?
Siamo molto preoccupati. La sensazione è quella di un progressivo allentamento del rapporto con il pubblico. Non parliamo di numeri, di ascolti. Anche se in un reale sistema di mercato concorrenziale anche questi devono contare. Parliamo di un sistematico e subdolo indebolimento del ruolo e della funzione dell’offerta culturale da parte della RSI. Per rappresentare un riferimento in seno alle opinioni pubbliche occorre una presenza costante e propositiva: a noi mancano le energie e la volontà della dirigenza per poter svolgere il ruolo che ci spetterebbe. Non siamo, in altre parole, partner credibili. Con i quali costruire un rapporto di fiducia. Svolgiamo meramente una funzione di sostegno alle attività culturali locali, ma non siamo mai interlocutore primario per avviare una riflessione sui principali temi culturali del territorio.
Pensiamo al LAC: agisce certo nel pieno delle sue prerogative, ma è vero che non guarda certo al Dipartimento cultura se deve cercare un partner per le sue iniziative culturali. E l’indebolimento dell’OSI acuirà questa tendenza. Per molti di noi lo scenario è quello di una RSI depotenziata a breve, con sempre meno offerta culturale.
La nuova terra promessa della RSI sembra essere la “vicinanza al pubblico digitale”. Vi sembra che i progetti in atto possano compensare eventuali diminuzioni della presenza della cultura sui media più tradizionali?
Rispondiamo con una semplice domanda: le risorse che lavoravano al multimedia in questi due anni sono state più che dimezzate. Alcune delle perle dell’offerta web del Dipartimento eliminate, e con loro la memoria storica dei contenuti. Il nuovo sito, a tutt’oggi è ancora insufficiente e inutilizzabile per il mercato. Ecco. Queste sono le premesse infrastrutturali per il progetto VPD. A questo aggiungiamo la già segnalata mancanza totale di formazione. I collaboratori, o gran parte di essi non sono preparati per affrontare una svolta di questo tipo, e negli anni si sono persi tutti i treni per la convergenza. Dove vogliamo andare con il VPD?
Quali obiettivi si prefigge il Gruppo Cultura RSI, e come ha impostato il lavoro per i prossimi mesi?
Innanzitutto vorremmo proporci come un soggetto con il quale confrontarsi su alcune scelte che investono le attività del Dipartimento e la produzione di contenuti. I programmi e le iniziative – fermo restando la prerogativa del Capo dipartimento e dei responsabili di settore di decidere e orientare le attività – possono essere un momento di confronto e bilancio nel corso delle stagioni. Il nostro auspicio è quello che i collaboratori tornino ad essere partner dei quali tenere conto.
Ci siamo impegnati inoltre ad aprire una riflessione ampia sul ruolo del servizio pubblico e sul ruolo dell’offerta culturale da parte dell’Ente. Teniamo molto a che non venga ulteriormente indebolito il ruolo del Dipartimento.
Nel complesso ci siamo attivati su più fronti aprendo al nostro interno una riflessione sui temi dell’evoluzione tecnologica, delle prospettive professionali nel futuro digitale dell’offerta di contenuti, della qualità del lavoro e del già citato ruolo del servizio pubblico. A questo proposito sono stati creati gruppi di lavoro specifici che porteranno i loro risultati in seno all’assemblea del GCR, per poi procedere a proposte concrete verso la Direzione.
> Il Manifesto del GCR e la prima risoluzione dell’Assemblea costitutiva